San Giovanni

luglio 2008

 

Il giorno di San di San Giovanni, il 24 di giugno, c'è il rito dei fuochi. E' una tradizione che esiste anche in alcune zone d'Italia.

La gente fa dei falò che bruciano nella notte rendendo suggestivo il paesaggio.

Qui ogni famiglia ha il suo, grande o piccolo, a seconda della vanità di ciascuno.

Girare in macchina è un problema, il fuoco viene fatto in strada e in qualche posto il passaggio è stretto; bisogna prendere la mira e passare via veloce.

 

La luce del fuoco, il turbinare del fumo, il frastuono di una musica assordante, il profilo in controluce di persone animate dall'alcool e di bestie senza padrone che si muovono nel chiaroscuro della notte, danno la sensazione di  un girone dantesco.

 

Famoso è il falò di Luiz, il papà della Veronica, classe 1932, un pezzo d'uomo di un metro e 45 di statura.

A Barra il falò di San Giovanni di Luigino de Sales è una diventato un luogo comune perché regolarmente non brucia.

La Veronica dice che finchè lui si ostinerà a mettere la legna grossa sotto e quella piccola sopra non ci riuscirà mai.

Inoltre accende la catasta sul lato sottovento: la brezza che viene dal mare spinge la fiamma lontano dalla pira e il fuoco non prende.

 

Anche quest'anno è stato così. Gli ho chiesto come mai.

 ― Eh, mica sempre può andar bene ― mi ha risposto con un guizzo di furbizia negli occhi.

Credo che chi si è sbattuto tutta la vita per mantenere la famiglia in un posto di poche risorse come questo, possa diventare più sparagnino di un friulano o di un genovese e qualcosa nell'inconscio non gli permetta di mandare in fumo anche solo una piccola catasta di legna una volta all'anno.

 

Strette di mano sopra il fuoco suggellano l'elezione, di una persona prescelta, ad essere padrino o madrina di un battesimando. Rispettivamente compadre o comadre de fogueira.

Il rituale prevede movimenti intorno al fuoco del padre del neonato e del prescelto, in modo che la serie di strette di mano disegnino idealmente una stella.

Quando il piccolo crescerà, ogni volta che incontrerà il compadre o la comadre, lo saluterà chiedendo a bença, la benedizione, che riceverà con un'espressione tipica.

 

Nel periodo di San Giovanni si balla la quadriglia. E' la versione del ballo a tutti nota con divagazioni musicali e coreorafiche locali. Musica dal vivo e fiumi di cachaça nella piazza del paese con grande partecipazione di pubblico.

Per via del grande impegno fisico richiesto, vi partecipano soprattutto i giovani che recuperano nei guardaroba dei nonni costumi tipici e folkloristici d'altri tempi.

 

Anche gli adulti a volte entrano nella sarabanda e rispolverano una vecchia tradizione improvvisando una rappresentazione burlesca tipo Commedia dell'Arte.

I personaggi fondamentali sono: un padre, una figlia, l'innamorato della figlia, la guardia e il prete.

La trama è sempre uguale: il padre accusa l'innamorato di aver assaporato il frutto della figlia e pertanto deve sposarla. Il giovane nega, spergiura, poi ammette ma si rifiuta, il padre minaccia, la gente fa il tifo e sghignazza, le battute si intrecciano in un crescendo di comica drammaticità finchè interviene la guardia che riduce alla resa il renitente e vanno tutti davanti al prete che celebra una cerimonia di ruspante irriverenza.

 

Poi tutti a ballare e folleggiare nella notte senza fine.

Anche noi.